Più di 70 giornalisti assassinati nell’ex Unione Sovietica dal 1992
La testimonianza di una giovane giornalista bielorussa sugli omicidi, sempre più frequenti, di colleghi uccisi a causa delle loro inchieste di Iryna V. - Minsk 30.01.09 - «Più di una settantina di giornalisti sono stati assassinati nell'ex Unione Sovietica dal 1992, quarantanove nella sola Russia. I numeri risultano ancora più elevati se si considera anche il martirio dei democratici. La mia nazione, la Bielorussia, non è riuscita ad evitare di pagare il tragico prezzo del cambiamento democratico. Ma dal momento che si tratta di un Paese piccolo e isolato – "un buco nero in Europa" – di casi del genere raramente si parla nei media internazionali. Nessuno ormai ricorda Anatol Maisenya, giornalista e uno dei primi oppositori del presidente bielorusso Alexander Lukashenko, "l'ultimo dittatore europeo". È morto in circostanze sospette in un incidente stradale nel 1996. Stesso destino per Dzmitry Zavadzki, l'ex cameraman personale di Lukashenko, messo in prig...