UNDERBOMBING 2



PPC ed io ci dirigiamo con cautela nella zona dei combattimenti.
Il bambino muore tra le mani dei medici.
I feriti arrivavano con ogni mezzo al pronto soccorso.

Finalmente la nostra aria da duri è riuscita a mandare via i discoli. Così ci siamo inoltrati nel centro della città con entrambe le mani in alto. mentre eravamo nelle vicinanze di un tank israeliano sono ricominciati, duri, i combattimenti. Ci siamo appiattiti vicino ad un muro proteggendoci la testa da tutto ciò che ci arrivava addosso. di tirare fuori le fotocamere neanche a parlarne. Si sentivano i cingoli e gli spari, le raffiche e le schegge che ci sfioravano. Il tutto è durato una vita che in tempi orari sono circa cinquanta, interminabili minuti. Dopo aver aspettato che il silenzio non fosse momentaneo, ma stabile, ci siamo rialzati cercando di proseguire nelle direzione giusta. Abbiamo capito che a Tulkarem la battaglia non era terminata, ma anzi sarebbe proseguita più duramente. Così la prima cosa da fare in questi casi è cercare una postazione ONU o della Croce Rossa Internazionale o di una qualsiasi ONG che fosse protetta. Camminando vicino ai muri, lentamente, tra uomini e donne che portavano in braccio feriti verso un ospedale e sporadiche raffiche di mitra, sparati dai cecchini nelle case o dagli elicotteri di copertura, siamo riusciti a trovare l'ospedale.
Ci siamo fermati li per capire cosa stava succedendo e l'intensità di ciò che stava succedendo. Non era più un'operazione di polizia da parte degli israeliani, ma una vera e propria manovra militare. Cominciavano ad arrivare macchine con feriti e, di seguit, i meno fortunati che li portavano con barelle di fortuna, a piedi o ancora peggio in braccio. Una autoambulanza colpita da un elicottero del cui equipaggio solo un infermiere si era salvato. E mentre raccontavamo quesllo che stava succedendo con le nostre macchine fotografiche ecco che un padre arriva con un bambino in braccio con dietro la madre i fratelli le sorelle in lacrime disperate urlavano. Il padre stremato con l'ultima energia rimastagli riesce a posare il bambno sula lettiga. i portantini corrono verso il pronto soccorso i medici capiscono la gravità, lasciano tutto ciò che stavano facendo e subito si occupano del bambino. Gli tagliano i vestiti , trovano la ferita, la tamponano. Provano a rianimarlo. Provano ancora. Il bambino non da segni di vita. Lo guardo bene. Alzo gli occhi verso Pierpaolo che mi guarda con gli occhi rossi. Anche lui ha riconosciuto in quel corpo, orami senza vita, uno dei discoli che era venuto a giocare con noi, ad urlarci frasi "uoz iour neim au re iu vere cam from......."

© Luciano del Castillo 2 (continua)

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