Appunti sul diritto d’autore
Prima di analizzare nel dettaglio la nuova legge sul diritto d’autore, inviterei a riflettere i più critici
(onesti) e contrari a qualsiasi forma di pagamento e alla gratuità dei
contributi sul web e a a dare un’occhiata ai bilanci delle società che divulgano
materiale, prodotto da altri gratuitamente. Di seguito alcuni spunti per
ragionare su questo argomento che ai più sembra sconosciuto, siano fruitori che
autori.
Da Youtube a Google da Instagram
a Flickr sono parecchi gli zeri che seguono le cifre. Il concetto è : noi vi
diamo una piattaforma gratuita dove voi potete mettere cio’ che vi piace e fate
girare materiale musicale, video,
fotografico, grafico, testi che vi condividete tra voi. Non costa nulla, dovete
solo utilizzare la piattaforma. Bene. A questo punto vi chiedo come pensate che
queste aziende dopo pochi mesi si quotano in borsa? Quindi come pensate che
queste aziende movimentino i loro flussi di denaro? (Perché questo è il punto).
Attraverso la pubblicità chiaramente e attraverso forme di investimenti e
partite di giro. Non entro nei dettagli di questi complicatissimi meccanismi
finanziari per non annoiare con i dati.
Quindi una azienda raccogliendo “immondizia”
tra vari utenti mette su un business planetario e miliardario. A questo punto
cerchiamo di entrare nel merito tracciando l’utente. L’utente posta contributi
suoi (foto, poesie, video e quant’altro) e va bene. L’utente copia e incolla materiale
di proprietà di terzi e va meno bene. L’utente utilizzando materiale di terzi
apre una sua attività che contribuisce ad un suo commercio e ingrossa ancora di
più quello dei big delle piattaforme e va male.
Abbiamo in questi esempi l’idea
che alcuni hanno dei profitti a parte gli autori utilizzati sui post e nelle
pagine web.
Se la Protezione Civile durante
un evento particolarmente importante, in una giornata particolarmente calda (una
beatificazione a San Pietro per esempio) scarica camion di casse di acqua nei pressi del sito dell’evento per dare la
possibilità alle persone di bere gratuitamente per non disidratarsi, fa un’azione
socialmente utile. Se io nottetempo vado a prendere delle casse di acqua e l’indomani
mi metto a venderle in piazza mi
arricchisco con “contributi” di altri e questo non va per niente bene.
Nel corso della mia vita
professionale (il furto del materiale di ingegno di propria produzione non è
nuovo, si è diffuso esponenzialmente con il web) mi è capitato di sentirmi
dire: - Ah è sua questa foto? Era bella (era funzionale, era adatta, era
verticale, era etc) e la ho usata! - - Sono felice che Le piaccia, perché è proprio
questo il senso del mio lavoro fare del materiale che piaccia e sia distribuito e venduto, questa
è la fattura - - Come la fattura? Ma……..- Oggi l’unica cosa che è cambiata
rispetto a prima è che ti dicono che cancellano subito la foto dalla pagina,
prima il pubblicato era pubblicato.
Ritornando all’approvazione di
ieri della legge da parte del Parlamento europeo, cosa dice di nuovo questa
legge? Ribadisce che l’autore del prodotto è quello che lo produce sia esso un singolo
o una società editoriale. C’è una voglia da parte di tanti utenti di rilanciare
notizie apprese e riprese da altre fonti e così un pezzo giornalistico lo
ritroviamo sul profilo del nostro amico di FB che si appropria (da fonte sicura,
certificata) che un evento è successo in un luogo dove lui non c’era (ma c’era o
lo ha riportato dopo verifiche il giornalista che lo ha scritto). FB era nato
come piazza per raccontarsi, incontrarsi, ma per molti è diventata la propria
attività principale cercando non più di
raccontare la propria giornata del giorno prima ma di stupire i propri amici
con contributi sempre più “cool” (musica notizie fot video). Quello che in
sostanza fanno già diversi siti web gratuiti che si avvalgono di materiale di
proprietà altrui, con il quale si presentano alle aziende per chiedere
sponsorizzazioni. Lo stesso Google se diventi un utente seguito ti riconosce
una certa commissione sui guadagni. Giusto. Ma il punto è che i guadagni quella
pagina li fa perché non paga gli autori significa avallare il furto come metodo
di guadagno. Io scarico per guardare e “appendere” il poster fotografico nella
mia cameretta. Io scarico per arredare le case altrui.
Il problema, unico, è sempre
quello: il riconoscimento economico del proprio lavoro. Io sono un
professionista (quindi con una serie di costi) e non posso avere concorrenti
che guadagnano perché non hanno spese. Se ho un negozio che vende scarpe
(quindi pago affitto, licenza, etc) e
davanti mi apre una bancarella che vende scarpe a ¼ delle mie grazie al fatto
che non paga tasse, licenze affitti etc. come posso continuare a tenere aperta
la mia attività?
Commenti