Foto false, è informazione?



Ci sono tanti motivi che spingono le persone a mentire o a creare la menzogna: in maggioranza per interesse di parte, alcuni per protagonismo, altri solo per potersi vantare.
Il caso della foto falsa di Barcellona del gruppo di manifestanti che si scontra con le forze dell'ordine dal cui centro svetta la bandiera catalana, è solo l'ultimo esempio. Palese plagio della molto più famosa, e vera, foto di Iwo Jima, voleva dare forza ad una foto banale.
Anche ai tempi delle pellicole succedeva, era molto più raro a causa della laboriosità, ma succedeva ed era appannaggio dei professionisti. Ricordo tra tutte le foto false che rimbalzavano in latino america ai tempi dei colonnelli, dei capi guerriglieri morti, pubblicate come vivi.
Oggi invece il trucco è appannaggio di tutti. E' recente la storia di Eduardo Martins fotografo brasiliano che diceva di essere accreditato presso l’ONU e pubblicava i suoi lavori per importanti giornali, sbugiardato dalla BBC. Nel suo profilo Instagram, seguito dal oltre 127 mila persone, era costantemente aggiornato con le foto delle sue gesta, nella descrizione si presentava come fotografo dell’Onu nei campi profughi. La storia è durata più di un anno e mezzo, ha fatto scendere lacrime ai tanti suoi follower su come e perché aveva deciso di fare il reporter di guerra. Non una foto, ma tutta la sua produzione era falsa e, probabilmente, anche le sue generalità.
Giornalisti e fotografi sono sempre stati accusati di "creare" la realtà per poi venderla e spacciarla come vera. Chiariamoci, la menzogna non appartiene ai fotografi od ai giornalisti come categoria, ma alle persone. E lo dimostra il fatto che con l'avvento del digitale tutti hanno accesso alla "informazione visiva". E ne vediamo delle belle! Tante sono le foto e le notizie false che ogni giorno si riversano sui nostri monitor che passano i controlli. A parte gli addetti ai lavori che riescono a riconoscerle (io faccio dei corsi per insegnare ai lettori a riconoscere le notizie/foto false), la maggior parte degli utenti (si chiamano così, non più lettori), si riconosce in una o un'altra informazione falsa dipendentemente dalla appartenenza.
Ma cosa spinge una persona a inventare, costruire, truccare una storia, una foto, delle immagini.
Fondamentalmente lo si fa per amore di parte. Si imbroglia per indurre le persone ad accettare, con testimonianze (costruite) ritenute vere, a credere ad una tesi piuttosto che un'altra.

Cominciamo ad analizzare le foto fake costruite nel modo più sofisticato: sono le foto vere, il cui contenuto viene "indirizzato" ad una interpretazione. Faccio un esempio le, ormai, tante foto sul degrado postate qua e la da utenti che mostrano uomini e donne nudi per la strada, che consumano atti sessuali o fanno i propri bisogni. Le foto sono vere, ma vengono contestualizzate in una maniera che si crei danno a qualcosa o a qualcuno (amministrazioni, partiti, o categorie invise) ed a invocare l'intervento delle Istituzioni. Foto postate ad arte per offendere, prove alla mano, il sindaco della città, le forze dell'ordine, il vicino di casa. Di questo gruppo fanno anche parte le foto, sempre per riferirmi alle recenti manifestazioni di Barcellona, di foto vere che però erano di archivio scattate in altre occasioni (il poliziotto che picchia un uomo in sedia a rotelle, etc) per creare indignazione. Le foto sono VERE, ma il contenuto in un contesto diverso è palesemente FALSO.
Ma andiamo adesso a quelle che io definisco le foto dei "creativi". Guardano in TV o sui giornali degli avvenimenti, si sentono coinvolti e come dei creativi di una agenzia pubblicitaria, immaginano come "avrebbe potuto essere". Così scaricano le foto dal web e, grazie al programma di modifica, ne costruiscono una nuova che segue la loro creatività. Come quella, sempre recente a Barcellona, che richiama Iwo Jima, ma anche quelle di bambini estratti dalle macerie giorni dopo etc.
Poi c'è la categoria dei fotografi immaginari, coloro che girano il mondo rimanendo seduti comodamente al loro desk.
E poi..... possiamo continuare con tante altri esempi.
D'altronde l'informazione, scritta, visiva, in movimento, è un mestiere. E' prima lo facevano persone che studiavano e seguivano un percorso come tutti i mestieri del mondo. E come in tutti i mestieri c'erano quelli bravi e quelli meno bravi, i ciarlatani e i romantici, gli appassionati e quelli pagati da qualcuno. Ma nell'insieme persone che sapevano di avere in mano un'arma eccezionale ed al tempo stesso pericolosa. Adesso c'è questa attitudine della opinione pubblica di invocare la, sacrosanta, "libertà di stampa", in cui l'informazione deve essere libera e la possono fare tutti. E questo è il risultato. Per apparire si inventa la qualsiasi e, a volte la fanno franca.
In una redazione preparata ci sono dei redattori che analizzano le fonti e verificano la notizia prima di metterla in rete. Per qualcuno questa è CENSURA. E con lo spettro della censura si aprono le staccionate e si lasciano gli animali liberi.

Sancire la regola che tutti possano fare Informazione equivale a pretendere che l'ordine pubblico non deve essere appannaggio solo delle forze dell’ordine, ma che tutti possano esercitare l'ordine pubblico, arrestare, interdire, perché tutti devono avere il diritto di farsi giustizia. Da se. Che di questi tempi.......Lo credete possibile?
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