Copyright vIiolato

Una volta esisteva una legge che tutelava i fotografi e il loro lavoro. In realtà la legge esiste ancora ma è sempre più disattesa. E' una legge complessa che tutela negli anni il lavoro di ricerca, riproduzione, distribuzione ed archiviazione del proprio lavoro (rimando a chi è interessato a studiarla al manuale Arciero). Ma perché questa tutela oggi è venuta meno? Intanto per colpa degli stessi fotografi, professionisti e non, che quando riescono ad accertare una violazione non si affidano alle vie legali, si limitano a lamentarsi sui social network al solo scopo di far sapere al mondo: - quella foto è mia! Che vergogna, me l'hanno rubata!- Ma al momento di passare alle vie di fatto rinuncia al giusto compenso lasciando agli editori il suo contributo gratuito, grazie al quale la testata, cartacea o web, non importa, venderà e guadagnerà su quel prodotto. Un altro problema è l'ignoranza da parte degli operatori del settore sul diritto degli autori  ad avere un compenso. Nella maggior parte dei casi il pensiero è che se la foto è pubblicata su internet (social media, blog e altro) è gratis. Le foto, anche se per i non professionisti sono un diversivo, un hobby, tempo libero, se usate da aziende   (giornali, magazine, web) diventano automaticamente un prodotto e come tale devono essere pagate se sono inserite in un prodotto commerciale ed editoriale che verrà venduto al pubblico e dal quale si avrà un guadagno. Per questo esiste la regola del giusto compenso: non si possono chiedere 1000 euro  per una foto dozzinale (il portone di un edificio dove è stato commesso un delitto, la fontana pubblica etc) ma il suo è un prezzo base di 40 euro. Ma se si fotografa un evento straordinario, lo si posta sui social media e l'indomani (e nei giorni successivi) molte/tutte le testate lo riportano, allora si potrà chiedere una cifra di gran lunga superiore rispetto all'evento ed alla distribuzione http://www.ilpost.it/2013/11/25/foto-haiti-copyright-twitter/.
Quindi nel momento in cui una vostra immagine viene usata da una azienda potete chiederne il pagamento.
Un contenzioso  interessante  che vale la pena di leggere e studiare è la controversia tra il fotografo freelance Davis Slater che divenne famoso nel 2011 dopo che un macaco  gli rubò la fotocamera e si scattò il selfie più famoso della storia. Ebbene, dopo avere pubblicato quello scatto ed avere raccontato come si erano svolti i fatti, ovvero che il macaco gli aveva rubato la fotocamera e si era successivamente fotografato in un diluvi di scatti, alcuni dei quali poi ritenuti perfetti, wickipedia pubblicò l'immagine tra quelle fruibili gratuitamente "perché la foto NON era stata scattata dal fotografo, ma dall'animale".
Si, proprio così! E se la cosa vi sembra solo uno scherzo, non lo è purtroppo per il fotografo, ridotto in miseria per seguire il contenzioso legale che continua ancora adesso in sedi più disparate, ultima negli USA. L'ultima sentenza ha stabilito che il copyright non è ne del fotografo ne dell'animale (come sosteneva l'associazione animalista PETA che aveva chiesto le royalty per utilizzarle nella difesa dei macachi) http://www.corriere.it/animali/17_luglio_22/foto-macaco-racconto-fotografo-distrutto-carriera-f8baedec-6eba-11e7-9514-8d2d6097b361.shtml.
Ma in buona sostanza per avere riconosciuti i diritti dovete difenderli e non lamentarvi inutilmente.


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