Bambini esplosivi

Noi occidentali consideriamo i bambini come se fossero una parte terza rispetto agli adulti e ci stupiamo tutte le volte che si comportano più o meno come noi. Come se i bambini non fossero terrestri come noi con tutti i pregi e i difetti. Così possono trucidare 2500 persone e neanche ci facciamo caso, ma un bambino morto su una spiaggia, estratto dalle macerie, ci fa luccicare gli occhi, Così parliamo dei bambini soldato, dei bambini attentatori, dei bambini vittime e dei bambini carnefici con la superficialità con cui si parla del niente assoluto.
Ne parliamo avulsi dal loro contesto. Ci sembra strano che un bambino si possa fare saltare in aria o che muoia sotto un bombardamento perché il nostro punto di riferimento sono le lotte autunnali per la mensa nell'asilo nido e non ci rendiamo conto che quei bambini nascono e crescono in un contesto violento, di guerra, nell'odio religioso, etnico, sociale, nella povertà. Crescono in fretta si devono difendere e devono offendere per salvarsi la vita. Ma il bambino sui media fa audience scalfisce anche il cuore dei  più aridi egoisti anche se solo per alcuni secondi, salvo poi rimuovere tutto e ritornare alle proprie attività precedenti. 
Le criminalità organizzate reclutano bambini ovunque in quanto più malleabili, anche se più inaffidabili nei lavori di precisione e, in una gran parte dei Paesi in cui li fanno delinquere, non sono imputabili. A Napoli come a Palermo, Luanda, Bogotà o Caracas, eserciti di bambini pronti ad uccidere per un paio di scarpe da ginnastica. Ma noi piangiamo, ci indignamo per ciò che succede in Siria oggi, a Kabul o Baghdad ieri.... E' più confortevole e conveniente, spendiamo pochi minuti con la nostra coscienza e poi ricominciamo da capo, Le olimpiadi sono terminate, ma il campionato di calcio riparte e di quel bambino coperto dalla polvere, mentre già altri 35 suoi coetanei sono saltati in aria durante un matrimonio curdo in Turchia, non ci ricordiamo più. Ci rimane il gesto di un essere che non capisce cosa sta succedendo, e con la mano scosta i capelli, la polvere e il sangue.
Ed oggi ripartiamo, inorriditi da un dodicenne cinturato di esplosivo strattonato dopo la cattura, che piange, il bambino, perché non sa probabilmente neanche a cosa altri lo avevano votato, ne parleremo agitati sotto l'ombrellone e 'taca banda' riparte la solita tiritera indotta da quel poco che ci resta dei sensi di colpa.
La guerra in Siria (questi sono dati solo di questa ultima carneficina per evitare il triste elenco dei conflitti nel mondo oggi) ha fatto da quando è cominciata 5 anni fa quasi 500000 morti, 100000 l'anno, in cui Omran non è neanche una goccia di quel mare di merda che producono le guerre.
Per capirci anche questi qui sotto sono adolescenti....
http://video.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/tre-egiziani-minorenni-aggrediti-mazze-baseball-catanese/65bab6dc-6847-11e6-addc-c76dce7e53cd
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Commenti

Unknown ha detto…
E' quello -ancora una volta- il nocciolo della questione. La malata, morbosa offerta di pietismo, di sensazionalismo nella notizia che solo la presenza di innocenti puo' garantire.
E l'obiettivo puntato sull'innocente, oltre a vendere, distoglie dal quadro generale.
"Nessuno riesce ad essere cattivo quanto un bambino": cosi'-piu'o meno- recita un detto.
Che riassume quanto dici : in realta' drammatiche ed inumane, il bambino cessa di essere tale e si identifica -e si trasforma- nel modello proposto dall'adulto. Libero pero' da ogni condizionamento etico e culturale che la maturazione apporta.
Possiamo continuare a piangere per ogni Aylan, Oman e mille altri dimenticati.
Oppure smetterla di far finta di niente.
Per gli Aylan ed Oman adulti che hanno subito e subiranno la stessa sorte.
Enrico Lombardi

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