40 ANNI DALL'11 SETTEMBRE

Per la mia generazione l’11 settembre è, e resterà sempre, la fine del sogno democratico in Cile, stroncato per mano del dittatore Augusto Pinochet e culminato con l’assassinio del presidente legalmente eletto, il socialista Salvador Allende.
Avevo 13 anni e di telegiornali ce n’era solo uno, come una era la rete. Ricordo distintamente le immagini in bianco nero di Palazzo della Moneda, a Santiago del Cile bombardato dai caccia dell’aviazione cilena, mentre i campesinos, gli obreros provavano ad organizzare una debole resistenza nel Paese.
Sono cresciuto con quelle immagini negli occhi e da giovane militante vendevo le copie de “il quotidiano dei lavoratori” davanti alla scuola seguendo momento per momento le notizie che dicevano di stadi come campi di concentramento, di rastrellamenti, di esecuzioni sommarie, tutto con l’appoggio degli USA (e successivamente sarà anche ampiamente documentato).
Dopo qualche giorno trapelò la notizia dell’accanita resistenza del socialista, presidente della repubblica, che aveva cominciato le riforme nel Paese, Salvador Allende.
Allende si barricò con alcuni fedeli all’interno del palazzo presidenziale e li, con il fucile AK 47 regalatogli dall’amico Fidel Castro con sopra una sua dedica che diceva: “Per il mio buon amico Salvador da Fidel, che con mezzi diversi cerca di raggiungere gli stessi obiettivi” resistette 3 giorni fino a quando venne assassinato.
Ecco cosa è per me l’11 Settembre. Una data che non dimenticherò mai perché da li è nata la consapevolezza che si può costruire un mondo diverso, e che un mondo diverso, più giusto, non te lo regalano. Ce lo dobbiamo sudare tutti i giorni a costo anche di sacrifici terribili.
A 40 anni da quel giorno voglio ricordare Salvador e tutti quegli uomini e donne chiusi negli stadi, massacrati per strada in nome di un Nuovo Ordine, di una follia che periodicamente invade una parte del pianeta e lo rende protagonista di atrocità ed efferatezze di cui vergognarsi negli anni e nei secoli successivi.
Voglio anche ricordare tutti quei ragazzi che come me andavano alle dimostrazioni di solidarietà, agli amici musicisti con cui si suonavano gli Inti Illimani alle feste dell’Unità, ai fotografi che con le loro mostre raccontavano cio’ che stava succedendo, ai poeti che leggevano stralci di brani di letteratura sudamericana.
http://www.youtube.com/watch?v=x3ltqQnCEPs





Per gentile concessione de "La casa memorial Salvador Allende Avenida Salvador Allende Sociedad Cultural Josè Martì La Habana Republica de Cuba". http://www.abacq.org/calle/index.php?2007/09/16/97-la-casa-memorial-salvador-allende-cuba

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