ANTONIO MONTEFORTE SUL MANIFESTO


Un volume racconta la lunga avventura del fotogiornalismo vissuta con la Nikon di Antonio Monteforte, reporter scomparso nel '93 per un incidente d'auto. Fra le sue icone tragiche, quelle di Donatella e Rosaria
Ci fu un tempo in cui la stampa fece la sua scelta di campo. Nel salone di un grande quotidiano romano c'era un murale che raffigurava i redattori in un atteggiamento e in un abbigliamento curioso e fuori tempo. Avevano un po' dei Tre... (Tano D'Amico)


È bastato un «miagolio» che proveniva da un portabagagli di una macchina abbandonata per allertare la Nikon di Antonio Monteforte, reporter di razza che, come i cronisti dell'epoca, passava intere nottate sintonizzato... (Arianna Di Genova)


Così comincia l'articolo sul Manifesto di oggi, 17 dicembre 2011, dedicato ad uno dei migliori reporter italiani scomparso prematuramente in un incidente stradale, Antonio Monteforte. Ho avuto la fortuna di conoscerlo agli inizi della mia avventura professionale a Roma. Grande impegno, simpatia, non era di quelli, ed erano in tanti, che ti demotivavano sempre o che cercavano di non dividere le proprie conoscenze. Sempre soridente malgrado spesso tornassimo da storie brutte, di cronaca, quelle che ti portavano in posti che altrimenti non avresti mai visto. E poi un bicchiere di rosso e racconti di storie vissute di foto mancate ma sempre con l'idea di avere a che fare con Esseri Umani. 


E' per conoscerlo meglio c'è finalmente un libro che racconta la sua storia:"Amore come sangue" scritto da Vittorio Morelli, giornalista che ha già raccontato altre storie di fotografi italiani, edito da Armando Curcio.
LUCIANO DEL CASTILLO

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