A MARILYN MONROE

Il fazzoletto rosa
le velava il volto
e lo rendeva ancora
più misterioso di quando la vidi
per la prima volta
tra il Sunset Boulevard e la spiaggia di L. A. (U.S.A.).
Giocava a poker e dernier
con un anziano impresario
che dichiarava di essere l'assassino personale di J.F.K.,
Bob per gli amici.
La posta in gioco era il tempo libero,
cosicchè perse pure i secondi.
Ritornando a casa, un bambino negro
le chiese di guardarlo
mentre come un angelo
ballava sulla musica di Michel Jackson.
Dal vortice creatosi
uscì un rospo che si innamorò
e decise di baciarla.
Come per incanto
lei diventò un corvo e gracchiò alla luna
il tempo necessario per farsi perdonare.
Vedendola così triste,
la luna pensò bene di sciogliere l'incantesimo
e, per il suo compleanno, le regalò un foulard rosa
per proteggersi dallo sguardo indiscreto
di tutti quegli altri che, per la sua bellezza,
avrebbero tentato di rapirla.
Fino a che non decidemmo di telefonare
dalla prima cabina telefonica.
Ci riparammo dal vento tutta la notte
tanto che la cabina si ruppe e dovemmo scappare.
E via, via, verso un nuovo compleanno
uno di quelli che si festeggiano
senza crearsi problemi di quanti ne sono passati
prima.
Il mare era molto caldo......
E si tuffò
tentando
di raggiungere l'orizzonte.

Roma, 16 marzo 1985 © luciano del castillo

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