8 MARZO GIORNALISTA -UOMO- CONDANNATO

AFGHANISTAN: CORTE SUPREMA CONFERMA 20 ANNI PER GIORNALISTA
(ANSA) - ROMA, 8 MAR - Condanna a 20 anni di carcere confermata per Sayed Perwiz Kambakhsh, il giornalista di 24 anni che in primo grado di giudizio era stato condannato a morte per blasfemia nell'autunno del 2007 in Afghanistan. Lo ha deciso la Corte Suprema, confermando la pena detentiva inflitta lo scorso ottobre dal tribunale di appello di Kabul. La notizia e' stata riferita dal fratello di Kambakhsh, Sayed Yaqub Ibrahimi all'Unione Nazionale Cronisti che proprio un anno fa assegno' a lui e al fratello l'International reporter award a Viareggio. La conferma della condanna, ha riferito Yaqub, e' stata decisa un mese fa a porte chiuse dalla Corte Suprema che non l'ha comunicata ad alcuno. ''Adesso Kambakhsh e' davvero una vittima'', afferma nel messaggio con cui ha fatto conoscere in occidente l'ultimo risvolto di una vicenda iniziata nell'autunno del 2007 a Mazar-i-sharif dove i due fratelli giornalisti abitavano e lavoravano. Kambakhsh fu accusato di aver stampato un articolo da un sito iraniano il quale diceva che nell'Islam le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini. Un tribunale tribale lo condanno' a morte in quattro minuti e senza alcuna difesa. In aiuto di Kambakhsh si e' creato un vasto movimento e si sono ripetuti appelli da varie parti del mondo per chiedere che gli fosse salvata la vita. (SEGUE).

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08-MAR-09 15:01 NNNN
(ANSA) - ROMA, 8 MAR - In favore di Perwiz Kambakhsh si sono mosse molte cancellerie occidentali - il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice ne parlo' direttamente con il presidente Karzai - e organizzazioni di giornalisti. Nel marzo del 2008 dopo aver ritirato il premio dell'Unci a Viareggio, il fratello Yaqub, su iniziativa di Rsf fu ricevuto dai ministeri degli esteri in Francia e Olanda. Yaqub e' tornato in Italia a fine febbraio, a Milano e Bologna, ha incontrato il sottosegretario agli esteri Mantica ed e' stato ricevuto al Parlamento Europeo e a Barcellona. Nell'informativa con cui ha reso nota la conferma della condanna a 20 anni, Yaqub spiega che la sentenza e' stata emessa sotto la pressione dei fondamentalisti islamici, lasciando del tutto all'oscuro sia Kambakhsh, sia il suo legale Nooristani, sia la famiglia. Per Yaqub questa condanna, che mette un sigillo su un'accusa falsa e inesistente, dimostra quale sia il livello di rispetto dei diritti umani e della liberta' di parola in Afghanistan. ''Tutto e' assolutamente politicizzato - afferma Yaqub - e sono interessati solo a perseguire il raggiungimento dei loro scopi politici''. Nonostante l'intervento occidentale, conclude Yaqub, ''questa e' la realta', ora Kambakhsh e' una vittima''. (ANSA).

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08-MAR-09 15:07 NNNN

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