Per la mia generazione l’11 settembre è, e resterà sempre, la fine del sogno democratico in Cile, stroncato per mano del dittatore Augusto Pinochet e culminato con l’assassinio del presidente legalmente eletto, il socialista Salvador Allende. Avevo 13 anni e di telegiornali ce n’era solo uno, come una era la rete. Ricordo distintamente le immagini in bianco nero di Palazzo della Moneda, a Santiago del Cile bombardato dai caccia dell’aviazione cilena, mentre i campesinos, gli obreros provavano ad organizzare una debole resistenza nel Paese. Sono cresciuto con quelle immagini negli occhi e da giovane militante vendevo le copie de “il quotidiano dei lavoratori” davanti alla scuola seguendo momento per momento le notizie che dicevano di stadi come campi di concentramento, di rastrellamenti, di esecuzioni sommarie, tutto con l’appoggio degli USA (e successivamente sarà anche ampiamente documentato). Dopo qualche giorno trapelò la notizia dell’accanita resistenza del so...